I rondoni sono migratori che percorrono distanze estremamente lunghe e svernano nell’Africa equatoriale e sudorientale, sebbene non sia stato ancora possibile individuare la zona precisa. Sembrerebbe infatti che questi uccelli, di cui si pensa che siano in volo continuo, spazino a seconda delle condizioni metereologiche da una parte all’altra di una zona molto vasta (GLUTZ e BAUER, 1980). In genere, la permanenza dei rondoni sia nei luoghi in cui nidificano che in quelli in cui svernano dura dai tre ai tre mesi e mezzo ciascuna. Solitamente l’abbandono dei luoghi in cui nidificano in Europa centrale coincide col momento in cui i nidiacei sono capaci di volare e lasciano il nido, quasi sempre nella seconda metà di luglio o ad inizio agosto. La ripartenza definitiva può protrarsi fino alla fine di agosto, ma anche dopo tale periodo si possono osservare singoli migranti (che probabilmente provengono da nidificazioni più a nord); tuttavia in centro Europa sono state osservate delle traversate anche intorno al 20 novembre. La direzione prevalente è sud-sudovest.
In cattive condizioni meteorologiche i rondoni prediligono seguire i fiumi lungo i quali è più facile trovare cibo, mentre l’alta montagna viene sorvolata in primavera ed estate soprattutto se le condizioni meteo sono buone. Le popolazioni provenienti dall’Europa centro-occidentale migrano soprattutto attraversando la Spagna e l’Africa nord-occidentale, mentre quelle provenienti dall’Europa sud-orientale e la Russia attraversano il Mediterraneo orientale. Resta tutt’ora sconosciuto il confine delle due direzioni e la zona mista. (GLUTZ e BAUER, 1980). La maggior parte dei migratori in direzione sud seguono la costa atlantica dell’Africa nord-occidentale, ma possono anche attraversare direttamente il Sahara e dirigersi dalle umide savane orientali nell’Africa centrale, dove poi svernare. Il rientro avviene sulla stessa rotta, tuttavia ne sono stati osservati pochi sia provenienti dalla Nigeria, sia dalla costa atlantica. I rondoni migrano singolarmente, in gruppi o in enormi stormi (GLUTZ e BAUER, 1980).
Le migrazioni dei rondoni sono caratterizzate dal “volo dentro al ciclone” che gli permette di evitare i fronti di maltempo effettuando delle deviazioni di migliaia di chilometri che possono durare giorni o intere settimane. Secondo LACK (1956) i rondoni che non trovano rifugio nelle caverne, per evitare le perturbazioni, volano davanti ad esse e le attraversano successivamente controvento, in modo da restare esposti il meno possibile alla pioggia. Tutto ciò avviene formando delle vere e proprie truppe costituite da decine di migliaia di uccelli. Tale fuga meteorologica è conosciuta da tempo in tutta Europa e spesso vi partecipano anche i nidificanti, i cui piccoli entrano in uno stato di torpore durante la loro assenza.